Transilvania Sinaia Brasov Rasnov Bran Bucarest Romania

La Romania (in rumeno România) è uno Stato membro dell’Unione europea e dell’ONU, situato in Europa centro-orientale nell’area attigua alla penisola balcanica. Ha una popolazione di 19 237 582 abitanti (Marzo 2017) e una superficie di 238 391 km². La sua forma di governo è quella di repubblica semipresidenziale e la sua capitale è Bucarest.

Confina a ovest con l’Ungheria e la Serbia, a sud con la Bulgaria, a est con il Mar Nero e la Moldavia e a nord con l’Ucraina. Dal 29 marzo 2004 la Romania fa parte dei Paesi della NATO e, dal 1º gennaio 2007, di quelli membri dell’Unione europea.

La sua valuta è il leu (simbolo L) Il nome «Romania» deriva dall’aggettivo latino Romanus, romano[8] L’Impero romano identificava le zone conquistate, con la parola in lingua latina Romània.

Il nome «Romania» è usato ufficialmente per denominare le terre dell’attuale Stato solo dalla seconda metà del XIX secolo. Prima si parlava di Valacchia e Moldavia per denominare i principati a popolazione romena.

Laddove il nome «valacchi» deriva dai termini Vlah, Walsch ecc. utilizzati dalle popolazioni germaniche e slave per denominare tutte le genti europee di lingua latina, i valacchi chiamavano loro stessi «romani»[9][10][11].

Il motivo per cui i romeni si identificano attraverso la parola latina “romanus” (română român/ e quindi român) comincia a essere menzionato a partire dal XVI secolo da alcuni autori, tra i quali alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in Transilvania, Moldavia e Valacchia. Il più antico documento scritto in lingua romena è una lettera del 1521 (conosciuta sotto il nome di “La Lettera di Neacșu da Câmpulung – Scrisoarea lui Neacșu din Câmpulung”) nella quale veniva annunciato al rappresentante locale di Brașov l’imminente attacco da parte dei Turchi. Lo stesso documento risulta il più antico attestante la denominazione di “Țara Românească- Paese Rumeno”.

Ancor oggi la pronuncia corretta della parola român è più vicina a quella di romano, che alla traduzione fonetica “romeno” (che nella lingua italiana convive con l’espressione “Rumeno”[12][13])

La denominazione Romània è inoltre oggi utilizzata per designare il territorio di diffusione di tutte le lingue romanze in Europa e altrove a seconda dei tempi.
Romania (in Romanian România) is a Member State of the European Union and of the United Nations, located in central-eastern Europe in the Balkan Peninsula. It has a population of 19 237 582 inhabitants (March 2017) and an area of ​​238 391 km². Its form of government is that of semi-presidential republic and its capital is Bucharest.

It borders west with Hungary and Serbia, to the south with Bulgaria, to the east with the Black Sea and Moldova, and to the north with Ukraine. Since 29 March 2004, Romania has been part of NATO countries and, since 1 January 2007, those members of the European Union.

Its currency is the leu (symbol L) The name “Romania” derives from the Latin adjective Romanus, Roman [8] The Roman Empire identified the conquered areas, with the Latin word România.

The name “Romania” is officially used to call the lands of the present state only from the second half of the nineteenth century. First it was about Wallachia and Moldavia to name the principals with a Romanian population.

Where the name “wobbles” is derived from the terms Vlah, Walsch and so on. Used by the Germans and Slavs to call all the Latin-speaking European people, the wobbles called themselves “Romans” [9] [10] [11].

The reason why the Romans are identified through the Latin word “roman” (română român / e român) begins to be mentioned from the sixteenth century by some authors, among which some Italian humanists who were able to travel to Transylvania, Moldavia and Wallachia. The oldest written document in Romanian is a letter dated 1521 (known as “The Neacşu Letter from Câmpulung – Scrisoarea lui Neacşu din Câmpulung”), in which the local representative of Braşov was informed of the imminent attack by the Turks. The same document is the oldest bearing the denomination of “Ţara Românească- Romanian Country”.

Even today the correct pronunciation of the word român is closer to that of Roman, than to the “Romanian” phonetic translation (which in the Italian language coexists with the expression “Romanian” [12] [13])

The denomination Romagna is also used today to designate the spreading territory of all Romance languages ​​in Europe and elsewhere according to the times.

Isole Lofoten Norvegia

Bellissima vacanza del 2011

Le isole Lofoten sono un arcipelago della Norvegia che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms. In totale hanno una superficie di 1.227 km², e contano oltre 24.000 abitanti.Le Lofoten sono divise in aree paragonabili a comuni: Vågan, Vestvågøy, Flakstad, Moskenes, Værøy, e Røst, situate nelle isole più grandi (Austvågøy, Gimsøya, Vestvågøy, Flakstadøya, Moskenesøya). Inoltre costituiscono uno dei distretti tradizionali della Norvegia. Le città più popolate sono Leknes e Svolvær.

Il territorio è caratterizzato da montagne (il monte più alto è il Higravstinden, di 1.161 metri s.l.m.), che finiscono a strapiombo sul mare, una ricchezza per le isole, attraendo molti turisti per la loro particolare bellezza.

La costruzione della E10, e di una serie di costosi tunnel e ponti stradali, ha permesso di congiungere direttamente tutte le principali isole dell’arcipelago, rendendole maggiormente accessibili anche agli autoveicoli.

Le Lofoten si trovano a circa 200 Km.dal circolo polare artico. Nonostante ciò, il clima è caratterizzato da temperature piuttosto miti principalmente grazie alla corrente del Golfo. La temperatura minima registrata nel 2009 è stata di -13,1 °C, il 7 febbraio, mentre la massima di 26,6 °C il 3 agosto. Le temperature medie mensili più basse nel 2009 sono state registrate nei mesi di dicembre (-0,8 °C) e febbraio (-2 °C).

Data la latitudine, le Lofoten sono interessate dal fenomeno del Sole di mezzanotte, e considerate un ottimo punto di osservazione per le aurore boreali.

Assad: Il fallimento dell’Occidente ad Aleppo è il crollo del suo progetto in Siria – L’antidiplomatico

Assad: Il fallimento dell’Occidente ad Aleppo è il crollo del suo progetto in Siria – L’antidiplomatico

Il presidente siriano Bashar al Assad ha dichiarato che la decisione di liberare tutto il territorio siriano è stata presa fin dall’inizio, compresa la città di Aleppo.

“Mai abbiamo pensato di abbandonare una zona della Siria senza liberarla”

In un’intervista con il quotidiano siriano “Al-Watan”, Assad ha dichiarato che “mai si è pensato di abbandonare una zona in Siria senza averla liberata”, aggiungendo che l’evoluzione del processo delle operazioni militari nel corso dell’ultimo anno sta spingendo i recenti risultati militari.

Ha chiarito che il processo di liberazione della parte orientale della città di Aleppo non ha colore politico, ma una parte delle operazioni militari naturali condotte dall’esercito siriano.

Il presidente siriano ha spiegato che “la liberazione dei terroristi Aleppo significa una perdita enorme per i terroristi e gli Stati che li sostengono “, aggiungendo che “il trionfo militare di Damasco o Aleppo è un risultato politico e militare significativo in quanto queste due città sono le più importanti, politicamente ed economicamente.”

“Il fallimento dell’Occidente nella battaglia di Aleppo significa il crollo del  suo progetto esterno per la Siria”

Il leader siriano ha inoltre sottolineato che tutti i paesi occidentali e regionali dipendono dalla Turchia sull’attuazione del loro progetto sovversivo e distruttivo in Siria, notando che il fallimento di questi paesi nella battaglia di Aleppo significa un cambiamento nella marea della guerra in Siria e nel collasso del progetto esterno per quel paese.

Inoltre, ha ribadito che i nordamericani persistono nel chiedere una tregua, perché i loro agenti terroristici sono in una situazione molto difficile, ed è per questo sentiamo le urla, le grida e gli appelli dell’Occidente per proclamare una tregua.”

“La guerra al terrorismo non è una guerra della Siria o della Russia, ma del mondo in generale”

Sulle relazioni con la Russia, il presidente Assad ha precidsato: “Vogliamo rafforzare queste relazioni; invitiamo i russi prima e dopo la crisi, ad investire in Siria, dal momento che non cercano di approfittare della guerra in Siria, in quanto hanno investito in Siria fin dal principio, ciò è una parte essenziale della politica della Russia. ”

“L’Occidente è sempre stato parziale e ipocrita nelle sue relazioni con la Siria”

Il presidente al-Assad ha affermato che “la Siria vuole stabilire rapporti con tutti i paesi, anche con quelli dell’Occidente, anche se sappiamo in anticipo la loro ipocrisia.”

“L’Occidente non ha cambiato la sua ipocrisia, anche quando il nostro rapporto è stato buono tra il 2008 al 2011. L’Occidente è sempre stata parziale ed ipocrita, ma stiamo parlando di interessi”, ha aggiunto Assad. (segue)

Il fattore curdo — Aurora

Christof Lehmann, New Eastern Outlook 11/09/2016Partiti e militanti curdi, e loro alleanze, sono divenuti i fattori principali nei teatri siriano, iracheno e turco. Anche se i curdi sono stati un fattore regionale significativo dalla metà degli anni ’80, il loro ruolo nella regione è diventato importante nel 2015 e sempre di più dal tentato golpe militare […]

via Il fattore curdo — Aurora

SOROS – LA FONDAZIONE DELLO SPECULATORE AMERICANO INDIVIDUA I POTENZIALI “ALLEATI AFFIDABILI AL PARLAMENTO EUROPEO” CHE SI POTREBBERO RECLUTARE COME LOBBYSTI. GLI ITALIANI? CÉCILE KYENGE, SERGIO COFFERATI, BARBARA SPINELLI E ALESSIA MOSCA

SOROS – LA FONDAZIONE DELLO SPECULATORE AMERICANO INDIVIDUA I POTENZIALI “ALLEATI AFFIDABILI AL PARLAMENTO EUROPEO” CHE SI POTREBBERO RECLUTARE COME LOBBYSTI. GLI ITALIANI? CÉCILE KYENGE, SERGIO COFFERATI, BARBARA SPINELLI E ALESSIA MOSCA

George Soros. Un benefattore, meglio un filantropo, per i sostenitori. Un cinico speculatore, se non un burattinaio, per i detrattori. Di certo un personaggio ingombrante. E a più facce: tra i trenta uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale stimato in circa 24,9 miliardi di dollari (maggio 2016), e insieme un supporter del movimento liberal della sinistra Usa e un finanziatore dei gruppi per i diritti umani. Le sue braccia operative sono il Soros Fund, l’ Open Society foundation, di cui Soros è presidente, e il Quantum Group, di cui il finanziere è fondatore e consigliere.

Proprio l’ Open society foundation, che si ispira alla «società aperta» teorizzata dal filosofo Karl Popper, di cui Soros è stato allievo alla London School of Economics, ha pubblicato la mappa della possibile rete politica europea del magnate di origini ungheresi. Uno screening dei deputati dell’ Europarlamento in grado di diffondere i valori della fondazione di Soros.

KYENGE A VENEZIA jpegKYENGE A VENEZIA JPEG

Negli Stati Uniti, i nomi evidenziati dal rapporto – Reliableallies in the EuropeanParliament (2014 – 2019), ovvero «alleati affidabili al Parlamento europeo» – sarebbero definiti «lobbysti». Almeno potenzialmente. La fondazione ha passato al setaccio 26 delegazioni e 11 commissioni di Strasburgo. Il risultato è un elenco di 226 deputati «probabili alleati» dell’ Open Society.

«La presenza di un deputato in questa mappatura», scrivono i curatori del rapporto, indica che si tratta di un soggetto «propenso a sostenere» il programma di Soros. Al punto da diventare un deputato con il quale costruire un rapporto «durevole e affidabile».

BARBARA SPINELLIBARBARA SPINELLI

E l’ Italia non poteva mancare. Nella lista del finanziere passato alla storia per l’ operazione di speculazione finanziaria che obbligò la Banca d’ Inghilterra a svalutare la sterlina, c’ è il fior fiore della sinistra italiana. A partire da Kashetu Kyenge, meglio conosciuta come Cécile Kyenge, l’ ex ministro dell’ Integrazione del governo Letta, adesso europarlamentare del Pse in quota Pd.

fausto bertinotti sergio cofferatiFAUSTO BERTINOTTI SERGIO COFFERATI

Kyenge è citata nel rapporto della fondazione di Soros in quanto sostenitrice del «diritto di asilo» e di «migrazione», fan della «giustizia sociale» nonché dei «diritti delle minoranze etniche». Dalla paladina dei migranti al padre nobile del «sindacalismo rosso» italiano. Tra i nomi indicati dalla Open society foundation, infatti, spicca quello di Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil dal 1994 al 2002, strenuo difensore dell’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Cofferati interessa a Soros, tra le altre cose, in qualità di «difensore del consumatore» e come protettore dell’«occupazione», della «governance economica» e dei «diritti umani».(segue)

Il punto sulla Siria. — Il Blog di Pierluigi Piccini

di Fabrizio Dragosei La situazione in Siria sarà oggi al centro dell’attività diplomatica russa. Il ministro degli esteri Sergej Lavrov vedrà a Ekaterinburg il suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier, mentre il vice di Lavrov, Bogdanov, è a Teheran per incontrare il responsabile degli esteri Javad Zarif. Al centro dell’attenzione dei diplomatici sarà in particolare la […]

via Il punto sulla Siria. — Il Blog di Pierluigi Piccini

BOMBA SULLA CAMPAGNA: JULIAN ASSANGE FA CAPIRE CHE SETH RICH, IL FUNZIONARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO UCCISO ”IN CIRCOSTANZE MISTERIOSE” UN MESE FA ERA UNA FONTE DI WIKILEAKS: ”BISOGNA CAPIRE CHE QUI LA POSTA IN GIOCO È ALTISSIMA”

BOMBA SULLA CAMPAGNA: JULIAN ASSANGE FA CAPIRE CHE SETH RICH, IL FUNZIONARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO UCCISO ”IN CIRCOSTANZE MISTERIOSE” UN MESE FA ERA UNA FONTE DI WIKILEAKS: ”BISOGNA CAPIRE CHE QUI LA POSTA IN GIOCO È ALTISSIMA”

Mentre i giornaloni americani tuonano contro Donald Trump che avrebbe istigato il popolo del Secondo Emendamento, ovvero quello che porta armi da difesa personale, come se un candidato alla presidenza degli Stati Uniti potesse invitare decine di milioni di persone a uccidere il candidato avversario  e credere che costituisca un vantaggio, forse il morto ammazzato c’ è sul serio, forse ha addirittura che fare con una delle tante storiacce di email dei democratici, in un intreccio di complotto spionistico e malaffare intrecciato alla politica, e sarà per questo che i giornaloni di cui sopra, mai così simili alla collusa informazione europea, preferiscono non parlarne, non si sa per quanto, anche perché The Donald twitta e Drudge Report impazza.

seth rich omicidio democratic national committeeSETH RICH OMICIDIO DEMOCRATIC NATIONAL COMMITTEE

 Fatto sta l’ 8 luglio un impiegato del Partito Democratico, Seth Conrad Rich, 27 anni, è stato ucciso, gli hanno sparato alle spalle per la strada a Washington. Nessun testimone, l’assassino non gli ha rubato proprio nulla, addosso infatti gli hanno trovato orologio, portafoglio e telefono. Subito è circolata la voce che stesse andando negli uffici del FBI per una inchiesta che riguardava la famiglia Clinton. (segue)