La Fioritura sul Monte Coscerno in Valnerina 9 giugno 2019

ll Monte Coscerno (quota 1.685 mt.) è ubicato tra gli abitati di Sant’ Anatolia di Narco, Poggiodomo e Monteleone di Spoleto.

È un monte bordato da una scogliera calcarea verso sud-ovest e con la cima erbosa costituita da vari colli allineati.

Essendo un massiccio piuttosto isolato, dalla sua sommità è possibile apprezzare panorami molto interessanti con lo sguardo che abbraccia i Sibillini con il Redentore, i Monti della Laga, il Gran Sasso (nelle giornate limpide), i monti di Leonessa con il Terminillo, e via via gli altri della media Umbria: i Martani, i monti dello spoletino e del folignate, il Fema e il Monte Cavallo.

Dal borgo medioevale di Gavelli (1.153 m) saliamo lungo una sterrata fino al valico di Forca della Spina (1274 m); quindi percorriamo un tratto del ‘sentiero della transumanza’ immersi tra boschi di faggi secolari e, dopo avere sorpassato vari cocuzzoli e toccato la Dolina della Vasca, si giunge in vetta attraversando le praterie del Monte Coscerno: centinaia di ettari di distese erbacee spontanee adibiti a pascolo per il bestiame.

Potremo ammirare in più punti dei pascoli la fioritura del Giglio di S. Giovanni, della Viola di Eugenia e della Genziana maggiore.

Laghi di Pilato 30 giugno 2019

Il Lago di Pilato è uno dei pochi specchi d’acqua di tipo alpino presente sull’Appennino.

Si è formato tra le pareti di roccia calcarea per l’accumulo di detriti trasportati dal lento cammino dei ghiacciai verso valle.

Alimentato da piogge e dallo scioglimento delle nevi, assume una particolare forma per la quale è detto “lago con gli occhiali”.

Con l’avanzare dell’estate tuttavia l’acqua inizia a diminuire e questo tipico aspetto viene sostituito da due laghetti minori.

Per raggiungerlo utilizzeremo il sentiero che da Fonte S. Lorenzo sale fino a Capanna Ghezzi e quindi da Forca Viola, (la meno impegnativa) e comunque la fatica per raggiungerlo sarà ripagata oltre che dalla bellezza di panorami mozzafiato anche dalla presenza del minuscolo abitante unico al mondo il “Chirocefalo del Marchesoni”, un Artropode di colore rossiccio, così chiamato in onore del suo scopritore Vittorio Marchesoni direttore dell’istituto di botanica dell’Università di Camerino che nel 1954 ne scoprì la presenza.

Birra Artigianale in Umbria San Biagio di Nocera Umbra

In Umbria ovunque si produce birra. Anche nei garages in fondo la birra si fa con l’acqua buona di cui l’Umbria è ricca Ognuno di noi almeno una volta al giorno è attraversato da un pensiero che recita grosso modo: “Vorrei un po’ di pace…”. Al Monastero San Biagio abbiamo ricreato tutte le condizioni affinché questa “Pace” sia realizzata. Un assordante Silenzio nella totale immersione in un verde di vegetazione boschiva e la lontananza dai frenetici mezzi di comunicazione che invadono le nostre giornate rappresentano un clima ideale per godere dell’ambiente esterno ma anche per volgere il proprio sguardo verso l’interno del proprio spirito e della propria coscienza. Inoltre l’educazione e trattamenti del corpo con basamento di erbe officinali provenienti da antiche tradizioni e culture monastiche, contribuiscono ad un miglioramento immediato del proprio benessere fisico, intellettuale, ma soprattutto interiore. In questa cornice che racchiude atmosfera ed armonia, il luogo vi può offrire prodotti di eccellenza come la Birra San Biagio, birra artigianale di ispirazione monastica ed una cucina che sa rivisitare la tradizione del territorio con gusto ed eleganza.

#MTB Assisi Spello 20 08 2019

Giretto in solitaria in mountain byke da Spello a Assisi seguendo i sentieri del Monte Subasio e della Spella. Il monte Subasio è una montagna dell’Appennino umbro-marchigiano, alta 1.290 m s.l.m.[1], situata in Umbria, nella provincia di Perugia. Sulle sue pendici occidentali sorgono le città di Assisi e Spello; a sud un suo lembo ricade nel territorio di Foligno; a est è compresa nei territori di Valtopina e di Nocera Umbra; a nord un sistema di brevi dorsali da essa dipendenti insiste sui territori di Gualdo Tadino e di Valfabbrica.

San Martino sul Sentiero della Cucuruzza a Pale di Foligno

Pale è una frazione montana del comune di Foligno (PG) appartenente alla Circoscrizione n. 8 “Valle del Menotre”. Il paese si trova a circa 10 km da Foligno, lungo la Strada statale 77 della Val di Chienti in direzione di Colfiorito, nel cosiddetto territorio dell’Altolina. Esso si sviluppa nei pressi del fiume Menotre, un piccolo fiume, ma con una buona portata costante tutto l’anno, che cade naturalmente nella forra immediatamente adiacente, ma le sue acque vengono parzialmente captate per la produzione d’energia idroelettrica. Ad un’altitudine di 476 m s.l.m., la frazione giace alle pendici del monte di Pale (detto anche Sasso di Pale) ed è occupata da 30 residenti (dati Istat, censimento 2001).Il paese nasce lungo il tracciato di un’antica via protostorica utilizzata per un periodo anche dai romani che in seguito la spostarono più a valle, lungo il fiume Topino, realizzando la Via Flaminia (170 a.C.), mentre questa strada più antica era nota come Via Plestina (in quanto attraversava il territorio degli Umbri Plestini e la città di Plestia) e corrisponde all’incirca con il tracciato della S.S. 77. Sulla parete del monte, ricerche archeologiche effettuate recentemente hanno dimostrato la presenza di un santuario risalente all’età del ferro, probabilmente usato per l’osservazione del volo degli uccelli da parte degli aruspici ed anche per il controllo del territorio sottostante. L’abbondanza d’acqua portò alla costruzione di un acquedotto romano (III-IV secolo a.C.), i cui resti sono visibili tuttora. Dapprima monaci eremiti orientali, nel V secolo, e poi i benedettini della vicina abbazia di Sassovivo, nel 1273, stabilirono nel borgo una serie di opere atte a convogliare le acque del fiume Menotre ed a sfruttarne la forza motrice: in quel periodo furono aperti mulini per il grano e frantoi per l’oliva, opifici per la produzione di tessuti pregiati. A quel periodo risale anche la costruzione di un piccolo eremo abbarbicato sulla nuda e rocciosa parete del monte di Pale, in corrispondenza del santuario protostorico

Da Ponze di Trevi al Castello di Orsano

Si partirà dalla frazione di Ponze (Trevi) per arrivare al castello di Orsano (Sellano) che visiteremo insieme. Questo luogo fu oggetto in tempi storici di innumerevoli diatribe, in particolare tra Trevi e Spoleto, che ne contendevano il dominio. Le zone che attraverseremo erano vocate, soprattutto in passato, al pascolo di bovini, equini ed ovini che incontreremo strada facendo. In queste zone, ancora molto selvagge, trovava riparo e risorse il lupo, splendido quanto combattuto predatore.

La Fioritura sul Monte Coscerno in Valnerina 9 giugno 2019

ll Monte Coscerno (quota 1.685 mt.) è ubicato tra gli abitati di Sant’ Anatolia di Narco, Poggiodomo e Monteleone di Spoleto.

È un monte bordato da una scogliera calcarea verso sud-ovest e con la cima erbosa costituita da vari colli allineati.

Essendo un massiccio piuttosto isolato, dalla sua sommità è possibile apprezzare panorami molto interessanti con lo sguardo che abbraccia i Sibillini con il Redentore, i Monti della Laga, il Gran Sasso (nelle giornate limpide), i monti di Leonessa con il Terminillo, e via via gli altri della media Umbria: i Martani, i monti dello spoletino e del folignate, il Fema e il Monte Cavallo.

Dal borgo medioevale di Gavelli (1.153 m) saliamo lungo una sterrata fino al valico di Forca della Spina (1274 m); quindi percorriamo un tratto del ‘sentiero della transumanza’ immersi tra boschi di faggi secolari e, dopo avere sorpassato vari cocuzzoli e toccato la Dolina della Vasca, si giunge in vetta attraversando le praterie del Monte Coscerno: centinaia di ettari di distese erbacee spontanee adibiti a pascolo per il bestiame.

Potremo ammirare in più punti dei pascoli la fioritura del Giglio di S. Giovanni, della Viola di Eugenia e della Genziana maggiore.