Laghi di Pilato 30 giugno 2019

Il Lago di Pilato è uno dei pochi specchi d’acqua di tipo alpino presente sull’Appennino.

Si è formato tra le pareti di roccia calcarea per l’accumulo di detriti trasportati dal lento cammino dei ghiacciai verso valle.

Alimentato da piogge e dallo scioglimento delle nevi, assume una particolare forma per la quale è detto “lago con gli occhiali”.

Con l’avanzare dell’estate tuttavia l’acqua inizia a diminuire e questo tipico aspetto viene sostituito da due laghetti minori.

Per raggiungerlo utilizzeremo il sentiero che da Fonte S. Lorenzo sale fino a Capanna Ghezzi e quindi da Forca Viola, (la meno impegnativa) e comunque la fatica per raggiungerlo sarà ripagata oltre che dalla bellezza di panorami mozzafiato anche dalla presenza del minuscolo abitante unico al mondo il “Chirocefalo del Marchesoni”, un Artropode di colore rossiccio, così chiamato in onore del suo scopritore Vittorio Marchesoni direttore dell’istituto di botanica dell’Università di Camerino che nel 1954 ne scoprì la presenza.

Cala Violina in Toscana

Cala Violina deve il proprio nome alla natura della sabbia bianca e finissima che la
contraddistingue,

così particolare da riprodurre una sorta di suono di violino quando vi si
cammina sopra a piedi nudi. Compresa nella Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino, è
raggiungibile esclusivamente a piedi, a cavallo oppure in bicicletta. Conosciuta per le sue
acque trasparenti e i fondali di rara bellezza,è un piccolo grande gioiello che è stato premiato
da Legambiente come una delle 11 spiagge più belle d’Italia

Etna

Il vulcano è classificato tra quelli definiti a scudo a cui è affiancato uno strato vulcano; la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l’innalzamento o l’abbassamento. Nel 1900 la sua altezza raggiungeva i 3.274 m. s.l.m. e nel 1950 i 3.326 m. Nel 1978 era stata raggiunta la quota di 3.345 m[6] e nel 2010 quella di 3.350 m. 6 giugno 2016

Ponte sospeso e volo dell’Angelo sulle Dolomiti Lucane

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Isole Lofoten Norvegia

Le isole Lofoten sono un arcipelago della Norvegia che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms. In totale hanno una superficie di 1.227 km², e contano oltre 24.000 abitanti.Le Lofoten sono divise in aree paragonabili a comuni: Vågan, Vestvågøy, Flakstad, Moskenes, Værøy, e Røst, situate nelle isole più grandi (Austvågøy, Gimsøya, Vestvågøy, Flakstadøya, Moskenesøya). Inoltre costituiscono uno dei distretti tradizionali della Norvegia. Le città più popolate sono Leknes e Svolvær. Il territorio è caratterizzato da montagne (il monte più alto è il Higravstinden, di 1.161 metri s.l.m.), che finiscono a strapiombo sul mare, una ricchezza per le isole, attraendo molti turisti per la loro particolare bellezza. La costruzione della E10, e di una serie di costosi tunnel e ponti stradali, ha permesso di congiungere direttamente tutte le principali isole dell’arcipelago, rendendole maggiormente accessibili anche agli autoveicoli. Le Lofoten si trovano a circa 200 Km.dal circolo polare artico. Nonostante ciò, il clima è caratterizzato da temperature piuttosto miti principalmente grazie alla corrente del Golfo. La temperatura minima registrata nel 2009 è stata di -13,1 °C, il 7 febbraio, mentre la massima di 26,6 °C il 3 agosto. Le temperature medie mensili più basse nel 2009 sono state registrate nei mesi di dicembre (-0,8 °C) e febbraio (-2 °C). Data la latitudine, le Lofoten sono interessate dal fenomeno del Sole di mezzanotte, e considerate un ottimo punto di osservazione per le aurore boreali.

Uno zoom su Ortles e la Valle di Solda con scoiattolo finale

L’Ortles (Ortler in tedesco, Òrtles in solandro, Ortèl[1] in lombardo), è una montagna delle Alpi Retiche meridionali alta 3905 m s.l.m., la cima più elevata del gruppo Ortles-Cevedale. È una delle montagne più imponenti delle Alpi Retiche meridionali e rappresenta il punto culminante del massiccio. Con i suoi 3905 metri di quota, risulta essere la vetta più elevata della provincia autonoma di Bolzano e della regione Trentino-Alto Adige. In passato, prima che l’Alto Adige/Südtirol venisse accorpato al territorio italiano nel 1919, era anche la più alta vetta dell’Impero Austroungarico (oggi la montagna più alta dell’Austria è il Großglockner). Per un breve periodo, prima che la sua altezza fosse misurata, fu erroneamente ritenuta la terza montagna delle Alpi[3]. Si trova completamente in territorio altoatesino (e non al confine con la Lombardia) poiché, a differenza delle altre maggiori vette del massiccio, quali il Gran Zebrù o il Cevedale, essa non si eleva sulla dorsale principale bensì sul crinale che divide le valli di Trafoi e di Solda. È costituito, come il vicino Monte Zebrù e il Gran Zebrù, da un basamento cristallino (filladi quarzifere) appartenente alle cosiddette falde austroalpine, unità costitutiva dell’ossatura delle Alpi Centrali. Sopra il basamento cristallino si elevano gli edifici sommitali, costituiti da dolomia leggermente metamorfica riconoscibile per il colore chiaro e caratterizzata da una certa resistenza all’erosione (al contrario delle più tenere rocce del basamento che danno luogo a pendii più dolci).[4]. Nel 2011, all’interno del progetto Ortler Ice Core, l’Università di Ohio assieme all’Ufficio Idrografico della Provincia Automoma di Bolzano ha effettuato dei carotaggi sul ghiacciaio dell’Ortles per analizzare la struttura del ghiaccio ed effettuare ricerche climatologiche sul lungo periodo.