Elizabeth: The Golden Age

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Elizabeth: The Golden Age è un film del 2007 diretto da Shekhar Kapur, seguito di Elizabeth (1998).

Nel 1585 l’Europa è scossa dalla Guerra santa intrapresa da Filippo II di Spagna: solo la regina anglicana d’Inghilterra, Elisabetta, osa opporglisi. La regina, oltre alle preoccupazioni di politica estera, deve anche interessarsi dei problemi interni al suo regno dal momento che, non essendosi sposata e non avendo figli, il suo trono potrebbe essere ereditato dalla sua cugina cattolica Mary Stuart, regina di Scozia, tenuta prigioniera dalla sovrana inglese in un castello.

Mentre Elisabetta prende in considerazione le proposte di matrimonio avanzate da molti sovrani europei, a corte arriva un affascinante corsaro, Sir Walter Raleigh, che porta con sé le novità delle Americhe e dichiara di aver fondato una colonia in nome della regina, battezzata Virginia in nome della sua verginità. L’avventuriero, però, porta anche molti dubbi nella tormentata intimità della regina, divisa tra la sua femminilità repressa e la ragion di Stato.

Mary Stuart, ingannata da Filippo II, prende parte ad un complotto organizzato dai cattolici per assassinare la regina d’Inghilterra. Grazie al consigliere Francis Walsingham, capo delle spie di Elisabetta, l’attentato viene sventato, ma quest’ultima deve prendere un’amara decisione: mandare a morte la sua stessa cugina, accusata di tradimento. Con la decapitazione della regina Mary, Filippo II ottiene finalmente il valido pretesto tanto atteso per attaccare l’Inghilterra con la sua Invincibile Armata, che ora veleggia contro le coste inglesi.

Nel frattempo Elisabetta scopre che la sua dama di corte più fidata, Elizabeth “Bess”, è rimasta incinta di Raleigh e che lo ha sposato senza il suo consenso. Adirata, la regina caccia via la ragazza e fa arrestare il corsaro Raleigh, che farà liberare poco dopo ritenendolo necessario per la battaglia contro gli spagnoli. Elisabetta, pronta a difendere il suo regno, indossa l’armatura e, dall’alto del suo destriero, arringa i suoi soldati incitandoli alla vittoria: la battaglia navale, condotta da Raleigh e da Francis Drake, porta gli esiti sperati sventando la minaccia spagnola. La vittoria inglese segna l’inizio di un lungo periodo di pace e prosperità per il regno elisabettiano. Alla fine del film Elisabetta perdona Bess e Walter Raleigh, dando la sua benedizione al loro bambino.

Nemico pubblico – Public Enemies

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Nemico pubblico – Public Enemies (Public Enemies) è un film del 2009 diretto da Michael Mann.

Il film è basato sulla vita dei criminali John Dillinger, Baby Face Nelson e Charles Arthur Floyd, alias Pretty Boy Floyd, attivi durante il periodo della grande depressione, e dell’agente Melvin Purvis, incaricato dall’FBI di arrestarli.

Per la stesura della sceneggiatura, Mann ha collaborato con Ronan Bennett e Ann Biderman, analizzando e basandosi su Public Enemies: America’s Greatest Crime Wave and the Birth of the FBI, 1933-43, un saggio di Brian Burrough che descrive le attività dell’FBI durante la grande depressione per reprimere la forte ondata di criminalità portata dalla povertà.

Tra i principali interpreti figurano Johnny Depp e Christian Bale nei rispettivi ruoli del rapinatore di banche John Dillinger e di Melvin Purvis, l’agente che guida le operazioni di ricerca.

Stati Uniti, 1933. Mentre John Dillinger riesce a far evadere l’amico John Hamilton dalla prigione di Stato dell’Indiana, l’agente dell’FBI Melvin Purvis viene promosso da J. Edgar Hoover e gli viene dato l’incarico di catturare il famigerato rapinatore di banche John Dillinger, all’epoca il “nemico pubblico numero uno”.

Mentre imperversano le rapine effettuate da Dillinger e i suoi uomini, il criminale si innamora di Billie Frechette, una guardarobiera, che lo ricambia. Arrivato vicino a catturarlo, un agente viene ucciso da Baby Face Nelson, motivo per il quale Purvis richiede a Hoover uomini con maggiore esperienza. La mossa dà i suoi frutti, e in breve Dillinger viene arrestato a Tucson, ma riesce a evadere. Le sue azioni sono costate care alla malavita, poiché la sua condotta ha finito col dare maggiori poteri di indagine e persecuzione dei crimini alle autorità.

Rifugiatosi a Chicago, Billie viene arrestata. In un’imboscata a Little Bohemia, rifugio nei boschi di Dillinger e della sua banda, Hamilton viene ferito, riuscendo a scappare con Dillinger, ma morendo poco dopo; negli scontri a fuoco, Nelson e Homer Van Meter restano uccisi.

Purvis intanto minaccia di deportare in patria la romena Anna Sage se non aiuterà la polizia a catturare Dillinger. Una sera la donna avverte le forze dell’ordine che il criminale si recherà al cinema con delle amiche a vedere il film Manhattan Melodrama. All’uscita John muore in un agguato, ma prima di morire, Charles Winstead, uno dei poliziotti alleato con Purvis, si accorge che Dillinger vuole dire qualcosa, così si abbassa e ascolta.

Subito dopo si vede Winstead in prigione per parlare con Billie e le rivela che prima di morire, Dillinger gli aveva detto: “dì a Billie da parte mia: bye bye, Blackbird!”.